Michele (Caliban)

Perfidissimo Me

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Crediamoci addosso

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Credo che ci voglia un dio ed anche un bar
credo che stanotte ti verrò a trovare per dirci tutto quello
che dobbiamo dire o almeno credo
credo proprio che non sia già tutto qui e certi giorni invece
credo sia così redo al tuo odore e al modo in cui mi fai sentire
a questo credo

Io credo.
Credo che ci voglia un bar, ma del dio posso anche fare a meno (scusa Liga)
Credo che il sesso sia fantastico, ma fare l’amore ogni tanto irrinunciabile

Credo che la carbonara con la panna, o con l’uovo che sfiora solo la padella sia atto di lesa maestà
Credo che bere per dimenticare sia assolutamente inutile, ma farlo per godersela sacrosanto
Credo che i social abbiano unito innumerevoli solitudini, ma parlare con qualcuno senza usare le dita sia sempre meglio
Credo che l’universo non sia infinito, ma la mente umana sì
Credo che leggere sia viaggiare da fermi e vivere molte più vite di quante si potrebbe avere naturalmente
Credo che
senti dentro di te un grande, intenso, profondo e inesplicabile senso di vuoto… Devi mangiare, è fame!
Credo che tutti si desideri cogliere l’attimo, sempre, ma poi si passano innumerevoli giornate abuliche sul divano pensando, lo farò domani
Credo
che se non hai mai riso profondamente, sguaiatamente e liberamente mentre fai l’amore, del piacere non sai nulla
Credo che ogni uomo abbia in sé un tremendo mostro incatenato capace delle azioni più scellerate, se per sbaglio viene liberato
Credo che suscitare una qualche forte emozioni con ciò che scrivo sia sempre un immenso e profondo orgasmo cerebrale
Credo che
se decidi di rifiutare e rinnegare il sogno, poi puoi solo masturbarti con la realtà
Credo che
ciò dona veramente intensità a una tentazione non sia la grinta del male, del peccato, ma il luccichio del bene e dell’innocenza che vi è mischiato
Credo che l’ultimo cucchiaino di nutella e poi basta, non sia mai davvero l’ultimo
Credo che esagerare nel gioire di una vittoria di qualcuno per cui semplicemente tifi sia come pensare di aver scopato dopo aver visto un porno
Credo che sia vero che la
sessualità femminile viaggi su un piano superiore a quella maschile, più cerebrale, ma poi abbiano voglia di scopare come animali anche loro
Credo che tutto quel tempo prezioso sprecato a dormire sia mostruoso, però restare a sonnecchiare al mattino è puro piacere
Credo che dopo ci sia solo l’oblio, il nulla più spaventoso, ma spero ardentemente di sbagliarmi
Credo che molti abbiano già smesso di leggere, ma se giungi fin qui hai sicuro dentro una scintilla di rivelazione
Credo che l’Italia sia un paese assurdo, osceno, vergognoso, eppure meraviglioso ecco perché non vorrei mai essere nato o vivere in qualsiasi altro
Credo che la noia partorisca mostri, ecco perché in questo palloso pomeriggio in negozio mi sono cimentato in questa cosa assurda
Credo che troppi vizi siano deleteri, ma gola e lussuria irrinunciabili
Credo che la vera favola dovrebbe sempre iniziare con un ci sarà, mai c’era.
Credo che se fossi una donna mi innamorerei follemente di me, ma forse poi mi manderei anche affanculo
Credo che la sincerità sia qualcosa di stupendo, che se praticata assiduamente ti farebbe odiare da gran parte della popolazione mondiale
Credo che tutti siamo unici e speciali, ma tanti restano dei coglionazzi
Credo che mantenere il lato fanciullo sia stupendo, ma giocare ancora con le bambole da adulto preoccupante (anche quelle gonfiabili)
Credo che le persone speciali si trovino come per magia nella vita, ma si perdano con altrettanta facilità
Credo che tutti ci sogniamo un po’ troppo addosso
Credo che tutti dovremmo credere in noi stessi, sempre, anche quando ci mentiamo spudoratamente
Credo che
la principessa sul pisello non sia stata poi così tanto scomoda come raccontano
Credo che quasi ogni donna possa far fare a quasi ogni uomo quasi qualsiasi cosa (tranne quelle poche che vorrebbe però davvero)
Credo che la vita sia veramente come un gelato, devi solo imparare bene a leccarla
Credo che a questo punto io abbia scritto veramente troppo
E tu? Tu cosa credi?

Written by Michele

9 aprile 2015 at 18:36

Pubblicato su pensieri

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Un Peccato tira l’atro

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Gloria sei nell’aria
A te che fai certe cose,
con le cose di noi,
che siamo sabbia
yeah yeah è un peccato morir
yeah yeah che peccato morir

Dall’alto del mio incancellabile, immarcescibile, totale Ateismo mi capita (purtroppo spesso) di riflettere sull’Aldilà.
Questi sono quei momenti in cui penso alla faccia che farei se, dopo un’eventuale mia dipartita (e sto scrivendo questa parte con una sola mano onde fare i debiti e necessari scongiuri) scoprissi poi che avevo torto!
Già mi immagino la scena:
Io che arrivo spaesato tra le nuvolette e mi ritrovo di fronte ad un simpatico anziano barbabiancadotato (che mi visualizzo un po’ come il Sa Pietro della Lavazza) che, appoggiato ad un enorme portone dorato, mi osserva con un compiaciuto sorriso ironico, pericolosamente tendente al sardonico, mentre con fare distratto fa roteare nell’indice della mano destra un anello metallico con un unica grossa chiave.
E poi inizia a snocciolarmi l’elenco dei miei peccati con la voce di Ciotti (dall’Olimpico) che enuncia una infinita mostruosa formazione…(che visione da incubo!)
Certo che davvero fosse corretta l’interpretazione dell’aldilà della bibbia sarei rovinato.
L’unica consolazione sarebbe che (fidandomi di Dante) tutti i trapassati interessanti sono all’inferno, perché certo che tra i vari comandamenti finora ne ho trascurato abbondantemente ben 9 su 10 (quasi un record).
Esaminandoli uno per uno (confesso che per l’elenco esatto ho cercato su internet perché nemmeno li ricordo bene tutti) le cose vanno decisamente maluccio:

1) Non avrai altro Dio all’infuori di me – E qui già andiamo male, perché non solo ora sono Ateissimo (e temo valga già come: altri Dio), ma ho pure letto e mi sono appassionato un po’ al Buddismo in gioventù (ai tempi dell’università a Genova) e soprattutto ho una sviscerata passione per il caro vecchio Dioniso, o Bacco che dir si voglia.

2) Non nominare il nome di Dio invano – Anche qui ammetto di aver esagerato parecchiotto, anche se certe volte proprio invano non era. Sono un cultore del “bestemmione” terapeutico) come catarsi per placare i bollenti spiriti.

3) Onora il padre e la madre – Beh qui andiamo meglio. io adoro i miei genitori. Penso ancora sempre a papà, e mi manca sempre moltissimo. Poi certo che quando la mia mammetta rompe (e lo fa spessissimo) non la onoro poi proprio tanto, ma le voglio comunque un bene dell’anima.

4) Ricordati di santificare le feste – Per questo dipende dalle interpretazioni, ma le feste temo proprio di non averla mai “santificate” come inteso dal buon vecchio Mosè, a meno che contino i “religiosi” apprezzamenti dei panettoni a natale e colombe a pasqua.

5) Non rubare – Beh a parte qualche piccolo peccatuccio giovanile (soprattutto se si trattava di dolciumi) questo lo si rispetto facilmente, sempre che la crisi non peggiori.

6) Non commettere atti impuri – Sicuramente il più infranto e senza il benché minimo pentimento (a parte qualche rara eccezione). Ma in fondo io pecco non per perversità, ma per quell’aspetto del mio carattere che ama morbosamente il piacere.

7) Non uccidere – Puro come un angioletto (zanzare escluse). Anche se qualche volta mi capita di desiderarlo ferocemente, soprattutto se penso ai politici nostrani)

8) Non dire falsa testimonianza – Visto che di solito mi beccano sempre subito, pare si veda dalla faccia (mi si dice) lo faccio di rado, ma credo nessuno sia immune da questo.

9) Non desiderare la roba d’altri – Difficile essere così bravi, quando si vedono certi Yacht che sembrano la Queen Mary, certo può sempre verificarsi che qualcuno ti compri casa a tua insaputa.

10) Non desiderare la donna d’altri – Mica posso sempre sapere se al momento una donna è libera quando la sogno e desidero (e poi mi pare di aver sentito che Natalie Portman sia in crisi con il marito, quindi…)

In conclusione temo mi toccherà il girone dei lussuriosi, e in fondo non mi dispiacerebbe nemmeno tanto chiacchierare un po’ con Paolo e Francesca (Galeotto fu il libro e chi lo scrisse) per non parlare della possibilità di incontrare Semiramide, Cleopatra, Didone e la mitica Elena di troia (che chissà se è conmsapevole che è a lei ispirato uno dei peggiori epiteti per una donna un poco libertina). E poi Achille, Paride, Tristano, per non parlare di tutti quelli successivi al ‘300 e non nominati dal Dante. (spero tanto di trovarci pure Marilyn Monroe)
Ma alla fine cosa resta da dire sul peccato?
Che peccato non è mai metterlo…
Al limite è un peccato toglierlo!

Written by Michele

6 aprile 2013 at 11:48

Pubblicato su pensieri

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Taccuino di una mente affollata.

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Nelle mie opere sono spesso all’inseguimento dell’anima, l’essenza dell'esistenza umana. Anima, intesa come soffio di vita, di individualità. Nelle mie rappresentazioni cerco infatti in qualche modo di dare voce attraverso tratti e colori proprio a quella “apparentemente invisibile” parte di noi stessi che non ha corazze, rivestimenti o camuffamenti imposti dalla realtà nella quale ci troviamo a vivere. Inseguo l’anima, pura essenza, assoluta individualità, in perenne interazione (e spesso conflitto) con il mondo reale.

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Racconti, teatro, letteratura

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a cura di Deborah Talarico

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