Michele (Caliban)

Perfidissimo Me

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D’equilibristi anonimi

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Ci muoviamo quotidianamente in un mondo intimamente e fortemente alieno, circondati e oppressi da infiniti automi, gente grigia e anonima che occupa lo spazio visivo solo lateralmente, come pallide ombre sgualcite.
Una massa compatta ed equilibrata che guarda ma non vede, sente ma non ascolta, parla ma non dice, mangia ma non gusta, tocca ma non percepisce, una profusione di ciechi sensoriali, avulsi da ogni più intimo contatto con la realtà, che invece andrebbe sempre vissuta nella sua essenza più profonda.
Forse che l’equilibrio, in questa vita dominata dal caos, sia proprio nel non-equilibrio?
Nell’oscillare danzando come magnifiche trottole impazzite?
Perché quando la trottola alla fine smette di roteare può solo cadere sbilenca e finire immota in un angolo.
E così per sopravvivere al grigiore io mi drogo!
Mi drogo di fantasia, di desideri, di voglie, di parole da leggere e scrivere, di baci e di abbracci, di profumi e di odori, di morsi e di graffi, di ottimo vino e fredda birra, di cocktail inebrianti e di cibo goloso, di film e persino di serial tv.
Insomma mi drogo quotidianamente di vita.
Per quanto riguarda invece le illecite sostanze varie non mi servono, sono già stupefacente di mio!

Written by Michele

4 febbraio 2016 at 17:27

Scrivere, scrivendo dello scrivere in sé

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Scrivere in fondo è la mia ecstasy, la mia marijuana, il mio narghilè o la mia pipa d’oppio.
È la mia personale, estatica ed estraniante droga.
È il mio vizio.
È la mia ebbrezza alcolica.
È il mio sfiorare menti sconosciute, accarezzarle, stuzzicarle e condurle a qualche emozione.
È il mio indulgere in tentazione, il mio peccato, la mia confessione e insieme assoluzione.
È la mia preghiera al dio che risiede nella mia testa.
È la mia evocazione ai demoni più oscuri, gridata a volte nelle notti più nere permeate dagli innominabili pensieri.
È uno dei modi che conosco per fare l’amore con me stesso, perché dopo mi rimane l’odore dell’estasi sulle dita, mentre conduco il mio corpo in luoghi dove non sto respirando davvero, con illusioni che diventano però infinite sensazioni.
È
il mio modo di vivere un’emozione speciale, profonda, personale e intima, persino più del sesso, che tante volte si fa senza pensare e senza sapere quali misteri e meraviglie possa racchiudere io quando mi stringono tra le braccia, invece scrivendo mi spoglio totalmente di fronte a qualcuno, persino più nudo del nudo, molto più di quando mi tolgo semplicemente i vestiti. Totalmente esposto, ogni difetto, ferita e intimo segreto.
È il tempo, che passa e scorre insieme ai caratteri che via via si rincorrono sulla tastiera e nella mente, perché o
gni carattere alla sinistra di quello che sto scrivendo, ogni lettera alla sinistra di quello che state leggendo, è il passato, mente ilo spazio vuoto, bianco che appare alla destra, la prossima lettera, è il futuro. La penna, l’inchiostro che macchia il foglio o il dito che sta per appoggiarsi sulla tastiera, spinto dal pensiero della lettera, della parola, è il presente che, appena viene realizzato, smette di essere tale per diventare altro.
È l’atto malinconico per eccellenza, il vano, frenetico e fremente tentativo di trattenere nel presente tutto ciò che sta inesorabilmente scivolando nel passato, di fissarlo e renderlo eterno, o almeno più duraturo.
È
mettere la mia anima su un foglio, renderla un foglio di carta e poi strapparla a volte, oppure accartocciarla e farla rotolare via, come gettata in un angolo, oppure piegarla come una barchetta da lasciar navigare in acque tumultuose, tra onde immani e tempeste perfette, e persino farne un aeroplanino da lasciar volare verso l’isola che non c’è.
Scrivere in fondo è semplicemente il mio cammino, la mia seconda stella a destra, e poi dritto fino al mattino.

Written by Michele

24 ottobre 2015 at 10:48

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…come un ragazzo segue un aquilone

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Io ho sempre avuto una passione sfrenata per il grandissimo Fabrizio De André, trovo le sue canzoni delle vere espressioni artistiche musicali-letterarie sublimi.
Quella capacità di coniugare il riso alla forte drammaticità, poesia a leggerezza.
Penso alla tristezza e commozione che suscita in me l’ascolto di opere come “la ballata del Michè”, “fiume sand creek” o “la canzone dell’amor perduto”

ma sarà la prima che incontri per strada, che tu
coprirai d’oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo

Oppure come “la guerra di Piero” o “la morte” da cui ho anche tratto un racconto pubblicato sul libro “Arcani maggiori vietati ai minori”.

davanti all’estrema nemica,
non serve coraggio o fatica,
non serve colpirla nel cuore,
perché la morte, no, non muore

Per non parlare del puro divertimento di “Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers”

se ansia di gloria e sete d’onore
spegne la guerra al vincitore,
non ti concede un momento per fare all’amore;
chi poi impone alla sposa soave,
di castità la cintura, ahimè è grave,
in battaglia può correre il rischio di perder la chiave

E poi quella sapiente unione di amarezza e ironia presente in canzoni come “un giudice”, “don Raffaè”, “bocca di rosa”, o “la ballata dell’amore cieco”

e mentre il sangue lento usciva,
e ormai cambiava il suo colore,
la vanità, fredda, gioiva
un uomo s’era ucciso per il suo amore

Poi la mia preferita di sempre, quante volte l’ho persino sognata, vera pura poesia: “la canzone di Marinella”

bianco come la luna il suo cappello,
come l’amore rosso il suo mantello,
tu lo seguisti senza una ragione,
come un ragazzo segue un aquilone

O la stupenda “amore che vieni amore che vai”

quei giorni perduti a rincorrere il vento,
a chiederci un bacio e volerne altri cento,
un giorno qualunque li ricorderai,
amore che fuggi, da me tornerai

Per non dimenticare naturalmente la bellissima e indimenticabile “via del campo”

ama e ridi se amor risponde,
piangi forte se non ti sente,
dai diamanti non nasce niente,
dal letame nascono i fior

Una vera assoluta vetta poetica ed emozionale, anche se un sottile intimo dubbio mi tormenta da sempre…
Esisterà davvero al mondo una sola persona che, ad un sacchetto di diamanti, preferirebbe sul serio una bella badilata di merda?

Written by Michele

4 marzo 2015 at 13:37

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Ho aggiunto un pesto a tavola!

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Il piacere puro è anche ricevere l’immagine della copertina del mio nuovo libro di cucina: “Aggiungi un pesto a tavola”, che uscirà ad aprile!

aggiungiunpesto

E dalla prefazione vi offro alcune righe, giusto per stuzzicare il palato.

Sua maestà, il pesto!

Il pesto genovese è senza dubbio uno dei condimenti per pasta più conosciuti e apprezzati in Italia e nel mondo.
Sono soprattutto tre i principali fattori che ne hanno decretato il grande successo.

Semplicità di creazione:
Si tratta in fondo di una salsa “a freddo” che non richiede quindi alcuna cottura, preparata con pochi semplici ingredienti genuini e presenti, per la maggior parte, sempre in qualsiasi cucina o comunque facilmente reperibili.

Golosità:
Chiunque l’abbia assaggiato non potrà che convenire che nella sua semplice essenza di combinare così magnificamente pochi intensi sapori sia assolutamente goloso. Come resistere, ad esempio, dal intingere nella ciotola la punta del dito per assaggiarlo subito, appena fatto, quando il profumo di basilico olio e aglio invade le narici in modo così fragrante.

Duttilità:
Ha una quasi infinita possibilità d’utilizzo culinario. Condisce egregiamente qualsivoglia formato di pasta, infatti, a differenza della maggior parte dei sughi e delle salse, che comunque tendono ad avere un formato di pasta tipico e preferibile, i piatti classici con il pesto sono molteplici e tutti assolutamente imperdibili. Inoltre si presta ad essere utilizzato in molte altre preparazioni oltre che come condimento per le pastasciutte.

 

Written by Michele

15 febbraio 2015 at 10:26

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Mi auguro gli auguri più auguratamente augurali!

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Nel mezzo del cammin della mia vita
Mi ritrovai più vecchio, di un anno addirittura
Ché in un lampo il tempo è scivolato tra le dita.

Ahi quanto a dir come mi sento è cosa dura
Esta mezz’età selvaggia et aspra e forte
Che nel pensier fa proprio un pò paura!

Tant’è amara che poco più è morte;
Ma per parlar del bello ch’i’ vi trovai,
Dirò de l’altre meraviglie ch’i’ v’ho scorte.

 

Ed eccomi giunto all’ultimo compleanno degli ‘anta…
siamo già a 49… e dal prossimo si passa lo scoglio della metà, anche se da un po’ medito di arrivare ai 50 e da lì di ricominciare poi a contare tornando indietro.
Anche perché, in verità, mi sento più giovane che mai, vivo e vitale, sempre più affamato di emozioni, sensazioni, passioni.
Poi quest’ultimo è stato un anno davvero notevole, ricco di vita, vitalità, e di molti di quei momenti unici, speciali.
Di quelli che restano scolpiti nel marmo del ricordo, che non scivolano via, ma che rendono la vita davvero degna di essere vissuta, quegli attimi cui si ripensa poi spesso, che riportano il sorriso nei momenti tristi.
Perché in fondo i momenti davvero indimenticabili di una vita sono sempre pochini, e il resto fa solo volume.
Ma bando ai discorsi troppo seri e leviamo i calici… (vorrei veramente poter brindare, almeno una volta, con ognuna delle splendide persone che passano di qui, per me)
In un brindisi alla vita, che sia lunga e piena di passione.
Perché nel rammentare i piaceri da me provati, li rinnovo, ne godo di nuovo, e rido delle fatiche sopportate che ormai non sento più , e nel sentirmi una piccola particella dell’universo, rido e parlo all’aria.
In fondo so di aver vissuto, perché ho avuto delle sensazioni.
E bevendo alla mia e vostra salute gioisco, perché sono sicuro che il prossimo anno, il quarantanovesimo di una speriamo ancora molto lunga vita, sarà ancora più bello e emozionante, in un continuo e perenne crescendo. (vabbé in fondo io sono un ottimista, che volete farci)
E quindi voglio fare una cosa nuova, originale, e invece di apprestarmi a ricevere gli auguri, li faccio io a tutti voi che di qui passate.
Auguri di vivere infiniti giorni come questo…
Anche perché la scienza ha recentemente scoperto che avere molti compleanni, allunga molto la vita…

Written by Michele

22 gennaio 2015 at 13:27

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6 Gennaio

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GENNAIO

La neve scendeva furiosa e rischiarava appena l’oscurità notturna, i miei passi erano lenti e silenziosi, gli stivaletti imbottiti affondavano nella neve lasciando dietro di me una traccia profonda ed evidente. Il freddo era intenso e, per mia fortuna, avevo pensato di prendere la sciarpa e i guanti pesanti prima di uscire. Forse sarebbe stato meglio restare a casa, visto il clima inclemente, ma avevo proprio voglia di vedere gli amici e bere qualcosa di caldo e stimolante, un buon irish coffe, fatto come si deve, era stato proprio l’ideale.
Mentre continuavo ad arrancare nella neve fresca, che si spezzava con quel delizioso tipico suono croccante, i miei pensieri scivolavano lievi, svolazzando sulle deliziose gambe della ragazza bionda che avevo appena conosciuto al bar, sul suo irresistibile sorriso e, spietatamente, sulla mia stupidità per non aver trovato il coraggio di chiederle di uscire, o almeno il numero di cellulare.
Sarebbe sparita nel nulla? O avrei avuto la fortuna di rivederla?
Intento in queste elucubrazioni non notai un’oscura figura seduta in un androne accanto al quale ero appena passato, ma una voce lieve mi fermò.
Udii alcune parole sconosciute pronunciate da una persona probabilmente anziana e, incuriosito, mi avvicinai con cautela. Seduta su un freddo gradino vidi una vecchia signora, con il volto raggrinzito dal freddo, avvolta in un vecchio e sgualcito cappotto scuro e con uno scialle nero in testa, che sembrava quasi congelata. Mi avvicinai di più chiedendole se avesse bisogno di aiuto, lei mi rispose qualcosa, sempre in una lingua a me ignota, sorridendomi con una bocca storta e sdentata. Poi, tolte le mani intirizzite dalle tasche del cappotto, fece verso di me alcuni gesti che non riuscii ad interpretare.
Cercai di aiutarla ad alzarsi ma rifiutò il mio aiuto, sempre ridendo e parlando in quell’idioma incomprensibile, quindi sconsolato feci quasi per andarmene. Poi, sorridendole, mi sfilai la sciarpa dal collo avvolgendola intorno al suo e mi levai i guanti poggiandoli sul suo grembo, lei sorrise e li raccolse ma, quando feci per estrarre dal portafoglio alcune banconote, rispose con un gesto fermo e sicuro impedendomi di continuare.
Con una lieve alzata di spalle salutai allora la vecchia e ricominciai a camminare nella neve verso casa, giungendovi infreddolito e stanco, pronto a buttami nel letto per una abbondante dormita.

Guardo ora il sole fuori dalla finestra, i mille riflessi sui tetti coperti di neve e finalmente mi decido ad alzarmi dal letto. È tardi ma in fondo oggi è il 6 gennaio e sono a casa. in vacanza. Entrato nello studio però un’anomalia colpisce immediatamente il mio sguardo. Appesa al camino c’è una lunga e grossa calza rossa, come quelle che da bambino appendevo alla porta della mia camera in attesa che i miei genitori la riempissero di dolci.
“Che ieri sia passata da casa mia madre a farmi questo scherzetto?” Mi chiedo curioso.
“Però me ne sarei accorto”, penso, mentre mi avvicino al camino.
Guardo dentro e vedo una bellissima sciarpa rossa, soffice e calda, poi qualcos’altro di piccolo e verde in fondo alla calza.
Infilo la mano ed estraggo un minuscolo quadrifoglio che si sbriciola al contatto della mia mano, e, mentre mi chiedo cosa cavolo ci facesse lì dentro, uno squillo mi desta dai mille turbinosi pensieri che mi affollano la mente.
Rispondo al telefono, una dolce e calda voce:
«Ciao, sono Elena, ci siamo conosciuti ieri sera al bar. Scusa se chiamo così, è il tuo amico barista che mi ha dato il tuo numero, volevo solo dirti che mi ha fatto piacere conoscerti e che, se ti va, potemmo uscire uno di questi giorni.
E’ stata una lunga e piacevolissima conversazione, ora devo prepararmi e poi passare a prenderla a casa.
Sì! Penso proprio che sarà uno splendido giorno della Befana…

 

Written by Michele

6 gennaio 2015 at 12:28

Merricrismas!

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MERICRISMAS

 

Auguri a tutti per un distinto natale e uno spettabile anno nuovo. (dotta citazione)
Certo che queste festività come sempre riaccendono i miei dubbi mistici.
l’aria si pervade di religiosità, e tutti si affannano a cercare di dimostrarsi più buoni e forse proprio per questo io invece a natale sento un irrefrenabile desiderio di essere un po’ più bastardo del solito.
P
oi domani è anche il compleanno dell’amato e vituperato gesù, nientepopodimenochè il figlio di dio, mica pizza e fichi.
Resta però in fondo sempre il grandissimo dilemma.
Il mondo (buon gesù compreso) l’ha fatto Dio, e fin qui ci siamo, rientriamo in una teoria cosmogonica perfetta… ma dio? Chi l’ha fatto?
Ebbene quest’anno ho avuto l’illuminazione.
Chi ha fatto dio?
L’han fatto il su’ babbo e la su’ mamma….

Written by Michele

24 dicembre 2014 at 13:30

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Mi son sognato addosso!

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sono sempre i sogni
a dare forma al mondo
sono sempre i sogni
a fare la realtà
sono sempre i sogni
a dare forma al mondo
e sogna chi ti dice
che non è così
e sogna chi non crede
che sia tutto qui


Un sogno davvero stupendo stanotte, intenso e profondo.
Eravamo completamente soli, io e te, con il rumore mare che si frangeva sugli scogli in candide onde spumeggianti, luce di candele ovunque che rischiaravano una notte calda e stellata.
Il dolce e delicato profumo di aranci che scendeva dai declivi alle nostre spalle.
Era tutto così profondamente romantico…
E ci siamo fatti un’impepata di cozze da paura!

 

Written by Michele

21 dicembre 2014 at 09:38

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BANG! e la felicità ti coglie sul coppino!

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Felicità
improvvisa vertigine
illusione ottica
occasione da prendere
parcheggiala
senza frecce o triangolo
tutti dormono già
e si è spento il semaforo


Oggi mi è tornata chissà perché alla mente una vecchissima vignetta dei Peanuts.
Il solito povero caro vecchio Charlie Brown stava discutendo con la solita tremenda acida Lucy.
Il discorso verteva sulla vita e ricordo che Charlie filosofeggiava sul fatto che la vita ha i suoi alti e bassi e ci dev’essere per forza un picco massimo, un momento che è il più bello, il più felice e più piacevole in assoluto.
Ma ciò che disarmava era la conclusione di Lucy., semplice e tremenda: e se… “BANG”, il tuo momento così è già passato? L’hai già vissuto?
Questa è una considerazione che ha un nonsoché di atroce, di inevitabile, seppur non si sappia mai se tale evento sia già davvero avvenuto, sarebbe profondamente triste la sola idea che il futuro non riserverà più un apice, un massimo assoluto di felicità cui tendere.
Perché in fondo noi dovremmo sempre tendere all’infinito, al massimo, ad un radioso indimenticabile futuro.
Peraltro quando faccio pensieri così mi sento veramente come il nano sempre confuso…
Brancolo!

Written by Michele

11 dicembre 2014 at 17:55

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Prigioniera dell’Ombra

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Esce oggi su tutti gli ebook store il mio ultimo racconto lungo:Prigioniera dell'Ombra

Prigioniera dell’Ombra

Al link Damster sopra trovate tutti i link ai vari store online. a ben 99 cent!
Invece di un caffè potrete assaggiare e gustare un piccante e appassionante racconto.

“….
L’aria era fresca e il piccolo sole saliva tra poche candide nuvole. Come sempre la stupì il fatto che la torre non era visibile da nessuna parte, questo poteva solo significare che il labirinto era più lontano da essa di quanto potesse immaginare. Scelse l’ingresso a ovest, per non avere il sole negli occhi, e si avviò tra le siepi. Iniziò girando a caso. Come sempre si imbatteva a tratti in statue curiose, situate in nicchie semicircolari lungo la siepe, oppure in qualche raro spazio più aperto, in cui trovava piccole fontane, panche di pietra e a volte persino qualche bassa costruzione. Curiosi Gazebo e piccoli padiglioni con all’interno quadri e altre misteriose e intriganti opere d’arte.
La cosa strana era che, anche rifacendo lo stesso percorso, o almeno le sembrava di farlo, le statue e le altre meraviglie architettoniche erano sovente differenti, come se il luogo mutasse di continuo mentre lo percorreva. Dopo qualche ora di svolte casuali e dopo aver visitato un piccolo padiglione mai visto prima, con all’interno dei dipinti davvero incredibili per l’emozione intensa donata da quei colori così cupi ma vividi insieme e lo sconvolgente realismo e umanità delle figure rese con una imperfetta perfezione davvero estatica, giunse a un piccolo spiazzo, con al centro un piedistallo sormontato da una splendida scultura di pietra nera.
Si avvicinò, salendo i due gradini del piedistallo, fino a trovarsi di fronte alla statua. Si trattava di una figura maschile, atletica. L’uomo, completamente nudo e dal volto concentrato, quasi corrucciato, tendeva i muscoli con le bracia aperte a compasso e, nella destra, stringeva un sottile giavellotto di metallo brunito. Gabie sfiorò con le dita la perfezione del corpo scolpito, il torace muscoloso, i cui capezzoli parevano quasi veri da tanto erano perfettamente e minuziosamente cesellati. Le sue mani percorsero i tesi muscoli delle braccia, gli accarezzarono il viso, il naso sottile e adunco, la lunga barba riccioluta che scendeva in una punta, tesa anch’essa verso l’invisibile obiettivo del suo lancio. Poi le dita di lei scesero, lungo i muscoli delineati del petto e del ventre, fino a entrare in contatto con il liscio pene, proteso verso il basso, in posizione di riposo, ma comunque sporgente.
Lo accarezzò, lasciando che la mano scivolasse dietro, scoprendo la perfezione della scultura anche nei punti più celati, stringendo tra le dita i marmorei testicoli e abbracciando inconsciamente la scultura. Il desiderio tornò a infiammare la sua mente, l’interno delle sue intime labbra si inumidì profondamente e lei premette il suo corpo, in modo voluttuoso, contro l’uomo di marmo.
…..”

 

Written by Michele

17 novembre 2014 at 10:46

Pianopiano forteforte

Taccuino di una mente affollata.

RIVA OMBROSA

Quando si ama si dona

Makeupraimbow

Everyday something new for us...:-)

Ricette pensieri e idiozie

Non è un food blog, non è un diario, allora cos'è?

La Pillaccherona

... stai sempre a spilaccherà.

Luminaria sprecata

L'essenziale è invisibile agli occhi

La ragazza che pedala

Scatto fisso, senza freni. Non posso fermarmi anzi non voglio farlo.

kyleweatwenyen

Come un angelo da collezione.

Nora's

I'm just a puzzle that doesn't wanna be solved

the.blonde.emigrant

Random feelings, crazy life

Un Folletto in abito da sera

Io sono quella che, con le parole, crea origami per decorare le pagine

Rupestreblog

∃x(φ)

Marmellata di pensieri

Cosa dice la mia testa

Note dal Caos

Se non puoi dominar il Caos dagli forma. E.

17 e 17

UN PO' PIU' DI TWITTER, UN PO' MENO DI UN BLOG

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I PENNAIOLI USANO ANCORA CARTA, PENNA E CALAMAIO. SCRIVONO DA ANNI RACCONTI E LI DIFFONDONO ATTRAVERSO PICCIONI VIAGGIATORI AI LORO LETTORI. ALCUNI AMICI NE HANNO SELEZIONATI E RACCOLTI UNA PARTE E HANNO APERTO UNA “BOTTEGA DELLE LETTERE” PER POTERLI DIVULGARE SPONTANEAMENTE ATTRAVERSO INTERNET. NE “LA BOTTEGA DELLE LETTERE” SONO CUSTODITI FRAMMENTI DI QUOTIDIANITÀ, VISSUTA O IMMAGINATA: ESPERIENZE, PARADOSSI, INNAMORAMENTI, EROS. UNA BOTTEGA APERTA AGLI AMICI E A TUTTI COLORO CHE PASSERANNO A trovarci e che con il loro sostegno ci stimoleranno ad esprimerci in modo sempre più creativo e fantasioso.

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Nelle mie opere sono spesso all’inseguimento dell’anima, l’essenza dell'esistenza umana. Anima, intesa come soffio di vita, di individualità. Nelle mie rappresentazioni cerco infatti in qualche modo di dare voce attraverso tratti e colori proprio a quella “apparentemente invisibile” parte di noi stessi che non ha corazze, rivestimenti o camuffamenti imposti dalla realtà nella quale ci troviamo a vivere. Inseguo l’anima, pura essenza, assoluta individualità, in perenne interazione (e spesso conflitto) con il mondo reale.

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