Michele (Caliban)

Perfidissimo Me

l’Attimo fugge, ma che dovrebbe poi fare un attimo?

with 24 comments

Un giorno credi di esser giusto
e di essere un grande uomo,
in un altro ti svegli e devi
cominciare da zero

Capitano a volte momenti in cui mi autodefinirei ignorante, è pur vero che in fondo chi non lo è?
“Ci sono molte più cose in cielo e in terra Orazio, Di quante ne possa sognare la tua filosofia…” (adoro Amleto).
Ed è la verità, oltre che un bene, infatti è così che ogni nuova piccola scoperta mi da ancora emozione e gioia.
Triste sarebbe il giorno in cui pensassi di conoscere o comprendere tutto, invece io voglio e spero di imparare ogni giorno qualcosa di nuovo, vivere infiniti nuovi attimi speciali e intensi.
E più scrivo qui, più mi convinco di non dover mai cercare di mettere troppa cura nelle parole, scrivendo le cose così, come la mente le porta alla luce, si può essere forse leziosi o impulsivi ma finché si legge la spontaneità non c’è modo migliore di esprimersi,.
Certo desiderare di essere accettati da tutti, apprezzati da tutti e forse anche amati da tutti, è indubbiamente il desiderio più comune e inconscio dell’uomo (inteso come essere umano, comprendendo anche il genere femminile) e anch’io ne sono facilmente preda.
È quasi frustrante quando ti rendi conto che, a volte misteriosamente, non riesci nell’intento, invece in certe occasioni sì, e non ti spieghi mai l’esatto motivo.
Anche se in fondo ciò che è veramente importante è piacere a quelle persone speciali che comprendono i nostri pensieri e magari li condividono.
Perché vivere è una continua ricerca di attimi.
Attimi di felicità, di piacere, di passione e di amicizia, che sono ciò che rende davvero speciale una vita, ciò che alimenta i sogni e i ricordi, e anche le speranze future.
Fondamentalmente ogni essere umano è un solitario, una solinga, brillante stella in un cielo infinito, una goccia nel mare, ma sia il cielo che il mare non sarebbero gli stessi senza ognuno di noi, e a volte lungo il cammino incrociamo la strada di un’altra stella, o un’altra goccia, che per un certo tempo condivide l’intensità e la luce, illuminando di gioia il cammino.
Spesso la nostra luce interiore non vuole, o non può, illuminare certi angoli oscuri e nascosti che abbiamo dentro, è necessario che sia un’altra luce a farlo, specchiandosi in noi, così come noi soli possiamo illuminare ed evidenziare le sue ombre.
Ultimamente sto cercando di raggiungere una consapevolezza di tutto ciò che sono, che rappresento, e quindi inizio ad amare anche i miei momenti di tristezza (seppur rari) e con essa tutti i miei lati negativi (che sono temo molteplici) che insieme al resto rendono in fondo Michele quello che è.
Né bene né male.
Ma solo un essere unico e differente da ogni altro che deve semplicemente trovare altri esseri che amino, apprezzino e comprendano davvero questa unicità così come cerco di comprenderla e amarla io (dura eh?).
Ci sono è vero momenti in cui mi sento nella bruma, (bella questa parola, è una vita che volevo usarla) di fronte al lago oscuro dei miei pensieri e dei miei desideri, combattuto tra il chiudere gli occhi ritraendomi in me stesso e invece entrare nudo nel freddo lago alla ricerca della mitica dama del lago dalle cui mani ricevere l’Excalibur, la spada con cui squarciare i veli che oscurano i pensieri e i desideri ancora segreti per viverli finalmente in tutta la loro passione, incurante del mondo e del pregiudizio, e per scoprire cosa si nasconde sotto tutte quelle scure cortine.
Perché è da sempre importante prendere la palla al balzo…
Come disse il castratore di canguri…

 

Written by Michele

5 giugno 2013 a 13:31

Pubblicato su pensieri

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24 Risposte

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  1. Credo che il castratore di canguri sia fra i mestieri più pericolosi… 😀
    Ancora più brutto è quando, pure nell’apprezzamento generale, manca quell’unica approvazione da chi realmente vorremmo… E fa male, più male dell’anonimato.

    ellagadda

    10 giugno 2013 at 12:32

    • verissimo, in fondo la realtà è che sono poche le approvazioni che si desidera davvero

      Michele

      10 giugno 2013 at 12:33

  2. Io amo i miei momenti di tristezza che non potrei neppure definire tali: amo la mia bruma che esprimo solo in questo contesto. Spesso mi chiedo se non è un errore esporsi così, senza protezione, narrando l’istinto, ma poi capisco di non riuscire a farne a meno.
    Due citazioni in questo post che io adoro: “un giorno credi” di Bennato (ci sono cresciuta, primo vinile) e Excalibur (prima fantasia). Grazie

    rossodipersia

    5 giugno 2013 at 23:31

    • Grazie a te.
      Concordo. Non si può farne a meno.
      Buonanotte

      Michele

      6 giugno 2013 at 00:05

  3. Bello, tutto bello, ma la bruma è strepitosa!
    Ma cos’è la bruma?
    E poi il canguro, lo si trova nel lago o infilzato nella spada Excalibur? 🙂

    A parte la stupidera, è un ottimo percorso quello che fai su di te, e non importa se piaci a tutti, conta che tu piaccia a te stesso. Questo è il miglior risultato.

    chiaralorenzetti

    5 giugno 2013 at 22:22

  4. ricorda qualcuno diceva “il vero sapiente è chi sa di non sapere…” forse Socrate ….cmq è bello sentirsi ignoranti talvolta così si può sempre sperare di imparare qualcosa dinuovo…che barba sennò:P!

    saravj

    5 giugno 2013 at 19:49

    • Vero vero. In fondo più estendo l’isola della mia conoscenza più si ingrandisce la linea costiera della mia ignoranza 🙂

      Michele

      5 giugno 2013 at 20:04

  5. Bello! ma l’attimo è fuggito poi, perchè se non lo fa che attimo è? E in un attimo si può vivere una vita.

    fulvialuna1f

    5 giugno 2013 at 16:33

  6. Bello! Bello!
    Commento professionale: è straordinaria la tua capacità di equilibrare i registri del racconto. L’immagine finale, che definirei da “farsa”, compensa la profonda serietà delle riflessioni precedenti.
    P. S. Nonostante ora faccia altro, mi domando quando l’essere prof lascerà il mio corpo! 🙂

    primula

    5 giugno 2013 at 16:14

    • Grazie grazie. Da una prof essionista il complimento è ancora più gradito 🙂
      Penso da sempre che una risata finale rallegri e sia indispensabile nelle serie e soprattutto seriose considerazioni

      Michele

      5 giugno 2013 at 16:15

      • Semplicemente perfetto!

        Anonimo

        5 giugno 2013 at 16:20

        • L’anonimo sono io! Nessuno, tranne iPhone, ha mai osato definire così!!

          primula

          5 giugno 2013 at 16:25

          • Haahha capita capita 🙂

            Michele

            5 giugno 2013 at 16:26

          • Errata corrige. (Sto litigando con il tastierino) … “Definirmi così” ….
            Come rovinare un commento prof essionale! 🙂

            primula

            5 giugno 2013 at 16:29

            • 🙂 ma resta una fantastico commento. A prescindere dalla lite con i tasti

              Michele

              5 giugno 2013 at 16:30

        • 🙂

          Michele

          5 giugno 2013 at 16:26

  7. Scusa Michele ma tutti tu li conosci i personaggi strani? Da dove vien fuori il “castratore di canguri, ora?”

    no, non rispondere dall’Australia, eh…per favore… 😉

    tramedipensieri

    5 giugno 2013 at 14:47


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